Stai leggendo
Potere migrante. Appunti per ribelli

Potere migrante. Appunti per ribelli

Una delle classiche problematiche poste dai seguaci dell’inazione politica a tutti i costi è la cosiddetta impossibilità di colpire, politicamente e socialmente, il cuore del Potere, dal momento che esso tende a salire di vertice fino a giungere a piani troppo alti per essere raggiunti. Tale ascesa del potere coincide con il suo graduale eclissamento fino a giungere, laddove le leve del potere vengono realmente mosse, ad una sostanziale invisibilità. Tale invisibilità è reale e, nonostante si possa considerare un ossimoro, tangibile nel suo non-essere. Solitamente la critica ostativa delle frange più rassegnate delle compagini ribelli tende a fermarsi di fronte alla sostanziale impossibilità di colpire un nemico così ben occultato. Critiche non meno dannose, ma ben più sospette, oppongono, oltre a questa obiezione, anche quella secondo la quale sarebbe una crudele ingiustizia, essendo invisibile il cuore della cospirazione, colpire i suoi attuatori più facilmente raggiungibili: immigrati, donne presuntamente discriminate, minoranze religiose ed etniche. Per prima cosa è bene considerare che il Potere in sé non si preoccupa assolutamente di farsi scrupoli quando si tratta di reprimere moti contrari alla sua volontà, in secondo luogo non si capisce come sia possibile raggiungere il Cuore del Potere senza intaccarne minimamente le sue frange più periferiche che, attraverso le vene, portano certamente (anche se dopo un lungo percorso) al nocciolo del problema.

Le forze di conservazione agiscono attraverso una fitta rete di servitù e mercenariato, spesso elementi più volontari a scopi di convenienza, che frutti di una reale e tangibile costrizione. La servitù non è di per sé una colpa se essa scaturisce dalla disperazione, che è a sua volta una costrizione generata da eventi e contesti a cui non si può sfuggire, ma diventa un crimine verso la libertà se essa è attuata, a sé stessi ed agli altri, con piena cognizione di causa e per un mero interesse di avanzamento sociale o di ottenimento di privilegi. Su questo il populista sovranista e identitario non deve transigere in alcun modo, il servo volontario, proprio perché volontario, non ha alcun barlume di innocenza, ma è anzi pienamente conscio del suo ruolo ed esso è il vero milite del governo che presidia strade e centri di potere in maniera ben più perniciosa dell’operatore di polizia. Le cosiddette Vene del Potere, vera e propria mappa dei tentacoli del sistema, sono le linee di obbedienza attraverso le quali un organo politico, sociale od economico ottiene obbedienza da un altro di questi, ed a sua volta paga un tributo di obbedienza ad un potere di livello superiore. La ricerca delle Vene del Potere è prassi consolidata anche dagli organi di sorveglianza nei confronti dei movimenti che si oppongono allo status quo, ed essi agiscono in modo da disarticolarne le strutture organizzative e la coesione interna. Per questo motivo, ma vi si ritornerà più avanti, un lavoro di coesione comunitaria a livello politico è quantomeno necessaria proprio perché le forze ostili sono espertissime nel disarticolare qualsiasi legame basato esclusivamente sulla “collaborazione interessata“. Tale competenza dei sistemi di controllo viene principalmente dal fatto che il principale campo di battaglia ove queste conoscenze si dispiegano sono le lotte di potere interne al Potere stesso. Come possano essere sfruttate dal Ribelle sarà argomento di scritti successivi. Il primo modo per denunciare e colpire i detentori del potere è distruggere il loro bene più prezioso, ossia l’anonimato.

Lo studio accurato delle Vene del Potere, se condotto con metodo e costanza porta a risultati concreti e oggettivi, ed i volti dell’oppressore diventano tangibili, uscendo dalle nebbie nelle quali un alone mistico, creato ad arte, li cela. Tale risultato distrugge nel popolo l’idea che gli uomini che detengono il potere siano di natura “sovrumana” o possiedano meriti di un qualche tipo, evidenziando la loro sostanziale normalità, ossia il loro essere antitesi ad una qualsivoglia aristocrazia. Come già osservato da autorevoli studiosi, non la povertà o lo sfruttamento sono il detonatore della rivolta verso un’aristocrazia, quanto piuttosto la prova provata che essa non è un governo dei migliori, ma solo una conventicola di ben precisi interessi. Rivelare il nome dei governanti è il primo atto della Rivoluzione Populista, rivelare la natura carnevalesca, la maschera che i politici ufficiali ne costituiscono, è parte imprescindibile di questo programma. Con essi nessun compromesso disinteressato è possibile.

La cosiddetta neo-aristocrazia, così ben magistralmente descritta da Christopher Lasch ne “La Ribellione delle Elite” si situa, per sua precisa disposizione ideologica, in un ambito a-spaziale, in una patria reticolare situata ovunque ed in nessun luogo, facente riferimento più ad un’epoca che non ad una patria precisa. La casta dunque non ha una dimora fissa, non esiste una “Casa Bianca” o “Gran Loggia” dove un occhiuto potere complotta ai danni del mondo. La moderna mappa del potere mondiale si evolve seguendo di pari passo la Storia delle Nazioni. La vittoria, per dirla con Schmitt, delle nazioni basate sul nomos talassocratico ha esteso la mentalità del Leviatano soffocatore non soltanto all’ambito geostrategico, ma anche a quello politico tout court. Per questo motivo il potere si delinea più come rete di flussi che non come piramide tributaria ad un vertice preciso. Esistono, per intendersi, cellule che decidono e cellule che obbediscono, ma tali “cellule” sono disposte lungo le direttrici dei flussi e non risiedono in “cervelli” o centri di potere classicamente intesi. I luoghi spesso indicati come sedi del Potere (ad esempio la City di Londra) sono in realtà punti di intersezione dei flussi, valvole arteriose o venose, ma non cervelli. Mentre le civiltà tradizionali, articolate secondo uno schema classico, articolano il potere come se si trattassero di organismi evoluti, ossia con un cervello ed una periferia. Le civiltà, e successivamente le consorterie di potere che le hanno conquistate, talassocratiche, tendono ad un modello più darwinianamente elementare, simile a quello delle meduse o di certi vermi, con un cervello diffuso, più simile ad una rete di midolli. Se consideriamo che il midollo spinale altro non è che un grande cavo attraverso il quale il cervello trasmette gli ordini e le comunicazioni, ben comprendiamo come per un sistema simile diventi centrale l’importanza della comunicazione fine a sé stessa. Così come per le civiltà capitalistiche la comunicazione (commerci per via aerea, navale, stradale) ha un importanza primaria per il loro mantenimento, è evidente che qualsiasi idea di “centro” che esca da un ambito puramente idealistico è non solo inutile, ma persino controproducente, poichè rende il nocciolo del Potere vulnerabile e colpibile dai Ribelli. Per questo motivo, il Ribelle ancorato ai classici sistemi politici novecenteschi non può uscire dal rebus del potere migrante. Nel XIX secolo, Benjamin Disraeli sosteneva come la nazione talassocratica per eccellenza, ovvero l’Impero Britannico, bene avrebbe fatto a trasferire la sua capitale nel centro dei commerci coloniali di allora, l’India, suggerendo sostanzialmente che il centro di potere deve migrare a seconda degli interessi economici prevalenti in quel momento, in maniera del tutto slegata dalle tradizioni e dalle esigenze delle singole società nazionali. Sempre nel XIX secolo, l’idea di Disraeli venne applicata da un’altra nazione, ovvero l’Impero Portoghese, il quale, sfuggendo dal Behemoth napoleonico, spostò la capitale e la corte del re a Rio de Janeiro, nella Colonia del Brasile. Avendo il Portogallo di allora solamente pochi possedimenti, l’Impero cessò sostanzialmente di esistere, ma una rete di poteri moderna, con basi in tutto il mondo ben sopravvivrebbe alla conquista di un suo ipotetico centro. Poiché il potere “reticolare” circonda i continenti drenandone le risorse in maniera che potremmo definire parassitaria (non dimenticando che il potere delle nazioni talassocratiche nasce dalla guerra di corsa), l’unico modo per sottrarre la linfa vitale ai “midolli” è interrompere e sabotare in più punti i suoi flussi di comunicazione. Il Potere migrante dunque si troverebbe in seria difficoltà, poiché per quanto esso possa essere abile nello sfuggire per sua natura, farebbe i conti comunque con la finitezza del pianeta. Nel quadro senza dubbio più circostanziato della Ribellione al Potere nelle nostre nazioni europee, la disarticolazione dei Flussi Midollari che stringono come un cappio il collo dei nostri popoli, si può ben ottenere lavorando sulla comunicazione nemica e facendone saltare le reti di interessi. Creando linee di fratture in più punti sarà dunque più facile evitare che le singole cellule si riproducano metastaticamente altrove, isolandole in singoli settori ed infine eliminandole. Il Ribelle deve dunque far proprio lo Zeitgeist ed agire come un cancro. Considerando il cancro come “deficit di memoria cellulare”, esso deve prenderne esempio e, attraverso un sapiente lavoro di propaganda creativa ed istruzione del militante, giungere a far sì che le singole cellule che lavorano per il midollo entrino in “deficit di memoria” e comincino a replicarsi sotto forma metastatica in vari settori della società in maniera imprevedibile.

Allo stesso tempo, l’azione più virulenta della “malattia populista” dovrà provvedere, mediante azioni ben congegnate di forte impatto simbolico e mediatico a tranciare i flussi midollari come già indicati precedentemente: pubblicizzando i nomi delle “cellule che decidono”. Il Potere Migrante è in questa maniera sterilizzato, ed il militante avrà fatta sua la certezza che il primo obbiettivo per colpire il nocciolo del Potere anti-identitario è la consapevolezza che esso non esiste fisicamente in un punto ben preciso, ma consta quasi in un piano diverso, a-spaziale, reticolare, proteiforme. Esso può tollerare alcune rotture nel suo organismo, ma raggiunta una soglia critica esso non può che collassare su sè stesso. Il raggiungimento di tale collasso è il nostro obbiettivo.

Visualizza commenti (0)

Leave a Reply

Your email address will not be published.

© 2022 Essenzialismi . Tutti i diritti riservati.

Essenzialismi non è una testa giornalistica e non ha scopo di lucro. Se abbiamo utilizzato un'immagine su cui hai dei diritti, contattaci e la toglieremo immediatamente.

Vai a inizio pagina