Chi siamo
Essenzialismi vuole essere uno spazio libero di esternazione di idee in un’epoca di sempre maggiore censura ed auto-censura delle coscienze. In ossequio al suo manifesto, Essenzialismi vuole essere una palestra intellettuale dove il presente, accanto al passato ed al futuro, possa essere criticato e problematizzato, con il solo ed unico scopo di fornire spunti di riflessione utili alla pratica, prima ancora che alla ricerca, di una felicità orizzontale e condivisa.
Scevri da ogni prospettiva partitica, Essenzialismi dà il benvenuto a tutti i contributori che si sentano in linea con i suoi propositi e che ravvisino nel tempo presente e nei dispositivi di potere e controllo vigenti un ambiente tossico per il libero sviluppo della coscienza e della creatività. Questo spazio non vuole essere un laboratorio di ricerca accademico ma si qualifica come spazio di gioco nell’accezione schilleriana del termine. Gioco come punto di incontro tra ragione e intuito, gioco come intrattenimento che drammatizza il reale secondo archetipi estetici stabiliti dalla libera volontà dell’intellettuale, del poeta, dell’artista. Nell’espressione al massimo grado di queste inclinazioni, Essenzialismi trova la sua ragion d’essere, contro il grigiore contemporaneo, la società razionalizzata e l’uomo degradato a risorsa umana ed a macchina cartesiana.
“Niente infatti, considerato nella sua natura, si dirà perfetto o imperfetto, particolarmente poi che avremo saputo che tutto ciò che accade, accade secondo un ordine eterno e secondo determinate leggi naturali. Ma l’uomo, non potendo nella sua debolezza arrivare a capire quell’ordine, concepisce nel frattempo una qualche natura umana molto più forte della propria e contemporaneamente, non vedendo ostacoli al conseguimento di tale natura, è stimolato a ricercare i mezzi che lo conducano a quella tale perfezione, e tutto ciò che può essere un mezzo per pervenirvi si chiama vero bene. Il sommo bene poi è considerato il pervenirvi, così che l’uomo con altri individui, se è possibile, goda di tale natura. Mostreremo a suo luogo qual è questa natura, cioè che essa è la conoscenza dell’unione che ha la mente con tutta la natura. Questo è dunque il fine al quale tendo: acquistare una tale natura e cercare che molti la acquistino insieme con me; cioè fa parte della mia felicità anche l’adoprarmi perché molti altri pensino come me ed il loro intelletto e i loro desideri s’accordino perfettamente col mio intelletto e coi miei desideri.”
– Spinoza, “Trattato dell’emendazione dell’intelletto”